Diritto d’autore: compenso anche per la copia privata conservata nel cloud

Necessario garantire un equo compenso al titolare dei diritti dell’opera

Diritto d’autore: compenso anche per la copia privata conservata nel cloud

Il cosiddetto compenso per copia privata, previsto nell’ambito della tutela del diritto d’autore, si applica anche in caso di memorizzazione nel cloud di una copia a fini privati di un’opera protetta. Ciò significa che anche in questo caso i titolari dei diritti devono ricevere un equo compenso, che, però, non deve essere necessariamente imposto ai fornitori del cloud. A essere preso in esame dai giudici è il contenzioso riguardante una società austriaca di gestione collettiva dei diritti d’autore (che esercita i diritti legali al compenso in forza della cosiddetta eccezione per copia privata) e un fornitore di servizi di memorizzazione nel cloud. La società austriaca ha presentato una domanda di pagamento del compenso previsto in caso di copia privata, facendo riferimento alla conservazione di singole opere nel cloud. E i giudici comunitari chiariscono che l’eccezione per copia privata si applica alle copie di opere su un server in uno spazio di memorizzazione messo a disposizione di un utente dal fornitore di un servizio di nuvola informatica, ossia cloud. Tuttavia, gli Stati membri, viene aggiunto, non hanno l’obbligo di assoggettare i fornitori di servizi di memorizzazione nel cloud al pagamento di un equo compenso, a patto, però, che il versamento di un equo compenso al titolare dei diritti sia previsto in un altro modo. (Sentenza del 24 marzo 2022 della Corte di giustizia dell’Unione Europea)

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