La regolamentazione della somministrazione di alcolici ai minori

Il sistema normativo di riferimento, articolato su più livelli ed espressione della tutela pubblica nei confronti delle categorie vulnerabile, è progettato per prevenire condotte pericolose, punire le violazioni e salvaguardare la sicurezza pubblica nei luoghi di aggregazione sociale.

La regolamentazione della somministrazione di alcolici ai minori

L'articolo 14-ter della legge n. 125/2001 è una norma introdotta da due decreti-legge - il primo nel settembre 2012 e il secondo, rafforzativo della disciplina, nel febbraio 2017 - per contrastare l'abuso di alcolici tra i giovani. La norma stabilisce che chiunque somministri o venda alcolici a un minore di 18 anni è assoggettato a una sanzione pecuniaria compresa tra i 250 e i 1000 euro.

La responsabilità ricade principalmente sui gestori dei locali, ma può essere estesa anche ai dipendenti o collaboratori se non rispettano le regole concernenti il controllo dell'età degli acquirenti. Questa legge, di natura amministrativa, non comporta conseguenze penali dirette, ma è volta a impedire comportamenti dannosi per la salute dei giovani.

Un elemento importante è la previsione di sanzioni accessorie in caso di recidiva. Se un gestore commette più violazioni, l'attività commerciale può essere sospesa per un periodo variabile da 15 giorni a 3 mesi. La recidiva si verifica quando le violazioni si ripetono entro breve tempo e sono accertate dalle autorità competenti. Questa misura è un deterrente contro comportamenti persistenti, indicativi di negligenza grave o consapevole illegalità.

La legge punisce anche coloro che forniscono alcolici a minori sotto i 16 anni con sanzioni penali, sottolineando la gravità delle condotte potenzialmente dannose per i minori. Il reato di somministrazione di alcolici ai minori di 16 anni è considerato reato di pericolo, perché basta la somministrazione stessa per mettere a rischio la salute dei minori, senza necessità di dimostrare un danno effettivo.

In caso di recidiva, le sanzioni possono essere più severe, comprendendo multe tra 1.000 e 25.000 euro e la sospensione dell'attività commerciale fino a tre mesi. Queste misure punitive mirano a prevenire e contenere comportamenti illegali e a promuovere l'adozione di precauzioni più rigide. Grazie alle disposizioni del TULPS, autorità amministrative e di pubblica sicurezza possono intervenire preventivamente o repressivamente per mantenere l'ordine pubblico nei locali.

Le autorità competenti possono imporre misure aggiuntive ai titolari di licenze commerciali per garantire il rispetto delle norme di sicurezza, inclusi controlli sull'età degli acquirenti. La sospensione o revoca della licenza è prevista in caso di abusi o violazioni ripetute delle condizioni autorizzative. Questi strumenti hanno uno scopo preventivo, ma devono essere applicati con equilibrio per non ledere eccessivamente la libertà d'impresa.

Inoltre, la giurisprudenza ha chiarito che l'uso di ordinanze contingibili e urgenti dovrebbe essere limitato a situazioni di emergenza effettiva, evitando così di aggirare la normativa ordinaria sanzionatoria.

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