La validità dell’intimazione di sfratto per finita locazione può contenere anche la disdetta della locazione

Al termine di un contratto di affitto commerciale, il proprietario dell'immobile ha inviato una comunicazione di sfratto alla conduttrice, avendo questa inviato disdetta. Tuttavia, durante il processo di convalida in tribunale, la conduttrice ha fatto presente di non aver ricevuto una disdetta valida entro i termini di legge.

Il giudice ha esaminato la documentazione presentata dal proprietario e ha notato che la volontà di risolvere il contratto era dovuta al mancato pagamento dei canoni e non alla naturale scadenza contrattuale, come dimostrato anche dalle comunicazioni scambiate tra le parti prima della scadenza per la disdetta tempestiva.

Secondo la giurisprudenza consolidata, la comunicazione di sfratto, dovuta alla fine dell'affitto e direttamente attribuibile al proprietario attraverso la procura al difensore che l'ha firmata e al mandato alle liti, può includere la disdetta in quanto indica la chiara intenzione del proprietario di non rinnovare il contratto. In ogni caso, sia la comunicazione di sfratto per la fine del contratto che la disdetta contenuta al suo interno, se non rispettano il termine prescritto, non determinano la fine del contratto alla scadenza indicata, ma hanno comunque efficacia per la scadenza successiva.

Di conseguenza, la richiesta della conduttrice è stata accolta dal giudice, permettendole di continuare ad occupare l'immobile oltre la scadenza prevista originariamente nel contratto. Questo caso illustra come, nonostante una comunicazione di sfratto possa essere inclusa nella documentazione legale, è necessario rispettare determinati termini e condizioni per far sì che abbia effetto legale. La decisione del giudice ha determinato che la comunicazione non adeguata della disdetta non avesse validità per la scadenza attuale, ma fosse comunque rilevante per l'eventuale termine di locazione successivo.