Merce ricevuta e pagamento effettuato con un assegno farlocco: è logico parlare di truffa

Respinta l’ipotesi difensiva, mirata a catalogare l’episodio come un mero inadempimento civilistico

Merce ricevuta e pagamento effettuato con un assegno farlocco: è logico parlare di truffa

Concludere il contratto, farsi consegnare la merce – una fornitura di mobili, per la precisione – e pagare con un assegno senza alcuna copertura equivale a una vera e propria truffa. Impossibile parlare di mero inadempimento civilistico. Confermata la condanna del compratore che ha tenuto un comportamento malizioso nei confronti del venditore – il titolare di un negozio di arredamento – consegnandogli un assegno senza specificare che era stato emesso dal fratello e che quest’ultimo era stato bloccato dalla ‘Centrale di allarme interbancaria’ a causa di un protesto. I dettagli della vicenda sono ritenuti inequivocabili e sintomatici dei raggiri posti in essere dal compratore al fine di celare di non versare il prezzo pattuito. I giudici chiariscono che «il semplice pagamento di merci effettuato mediante assegni di conto corrente privi di copertura non è sufficiente a costituire, di regola, raggiro idoneo a trarre in inganno il creditore e a indurre alla conclusione del contratto», però esso concorre a realizzare il delitto di truffa quando è accompagnato da un malizioso comportamento, cioè da fatti e circostanze idonei a determinare nella vittima un ragionevole affidamento sull’apparente onestà delle intenzioni del debitore e sul pagamento degli assegni. (Sentenza 2846 del 25 gennaio 2022 della Cassazione)

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