Condivisione di contenuti online: responsabili i fornitori di servizi web per i caricamenti illegali da parte degli utenti
Respinto il ricorso della Polonia, mirato a sostenere che la normativa pone a rischio la libertà di espressione e di informazione

Non contestabile la normativa comunitaria che in materia di diritto d’autore e dei diritti connessi nel mercato unico digitale stabilisce il principio in base al quale i fornitori di servizi di condivisione di contenuti on line sono direttamente responsabili quando materiali protetti sono caricati illegalmente dagli utenti dei loro servizi. Anche perché i fornitori possono comunque essere esonerati da tale responsabilità, a patto però che essi provvedano a sorvegliare attivamente i contenuti caricati dagli utenti per prevenire la messa in rete di materiali protetti che i titolari dei diritti non desiderano rendere accessibili sui medesimi servizi. Questa la decisione con cui è stato respinto il ricorso proposto dalla Polonia, ricorso mirato a sostenere che la normativa pone a rischio la libertà di espressione e di informazione garantita dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Su quest’ultimo punto i giudici precisano che il legislatore dell’Unione, al fine di prevenire il rischio che, in particolare, l’uso di strumenti di riconoscimento e filtraggio automatico comporta per il diritto alla libertà di espressione e d’informazione degli utenti dei servizi di condivisione di contenuti online, ha posto un limite chiaro e preciso alle misure che possono essere adottate o richieste nell’attuazione degli obblighi previsti, escludendo, in particolare, le misure che filtrano e bloccano i contenuti leciti all’atto del caricamento. (Sentenza del 26 aprile 2022 della Corte di giustizia dell’Unione Europea)