Contratto d’appalto rescisso: illegittima la tardiva riconsegna del cantiere
Respinta la tesi proposta dalla ditta, secondo cui la ritenzione del cantiere è stata una reazione all’inadempimento dell’ente appaltante

Una volta rescisso il contratto d’appalto, la ditta a cui sono stati affidati in prima battuta i lavori ha l’obbligo di consegnare prontamente il cantiere. Questa la decisione presa dai giudici nel contenzioso tra lo IACP di Messina e la società di costruzioni a cui era stata affidata la realizzazione di oltre duecento alloggi e di alcune botteghe, contenzioso originato dalla ritardata consegna del cantiere da parte della ditta a seguito della rescissione del contratto. Respinta la tesi proposta dalla società, secondo cui il rifiuto di riconsegnare il cantiere era giustificato dal fatto che lo IACP non aveva acconsentito alla verifica delle lavorazioni eseguite. I giudici ritengono illegittima la ritenzione del cantiere presentata dalla società quale reazione all’inadempimento dello IACP all’obbligo di procedere alla verifica in contraddittorio delle opere eseguite. Inutile anche il riferimento dalla società all’accordo che la consegna del cantiera era stata subordinata all’accertamento dell’avanzamento dei lavori da parte di un esperto. I giudici ribadiscono che la ritenzione del cantiere che è un mezzo di autotutela di natura eccezionale e non può essere esercitato dall’appaltatore rispetto alle opere da lui costruite su suolo del committente. (Ordinanza 12483 del 19 aprile 2022 della Corte di Cassazione)